mercoledì 29 gennaio 2014

La logica? Finisce dove iniziano le graduatorie della scuola statale

C'è una cosa che dimenticano sempre di dire ai corsi pre-parto: godetevi le coliche, le notti insonni, i pannolini, perché dopo, se avete la colpa di lavorare, dovrete affrontare mostri peggiori.
I criteri delle graduatorie per le scuole.
Se sono comunali, c'è la speranza di poter andare a parlare con un assessore che ha voglia di essere confermato, se sono statali, perdete ogni speranza. Per farli ragionare dovreste entrare nel consiglio di istituto, ma state tranquilli, non accadrà: non avrete tempo per farlo.


I criteri delle graduatorie sono quanto di più assurdo e kafkiano possiate immaginare.
Non si sanno fino alla fine, cambiano spesso e difficilmente migliorano.
Spesso ci sono piccolissime clausole rimaste lì dagli anni in cui esistevano ancora le fabbriche e la linea che separava buoni e cattivi passava dall'essere dipendenti o autonomi, e allora magari vi troverete esclusi perché per lavorare avete aperto una partita iva, oppure, siccome stabilire e quantificare la mole di lavoro dei genitori diventa complicato, ecco che potete trovarvi la soluzione delle soluzioni: non conta se lavorate un'ora al giorno o dodici, se ogni giorno dovete fare chilometri per raggiungere il posto di lavoro, se fate le notti, i turni, i week end. Niente di tutto questo ha un minimo significato tradotto in punti. Nulla.

Questo ho visto ieri.
Un attribuzione di punteggio che non solo fa arrabbiare a livello personale, ma fa fortemente indignare come cittadina e, soprattutto, come donna.
In un paese in cui il tasso di occupazione femminile sta precipitando, in cui per lavorare sei disposta a fare anche sacrifici, che significa non mollare un lavoro che non ti piace, accettare orari orrendi pur di stare a galla, ti ritrovi a vedere proiettati i seguenti criteri per poter accedere al tempo pieno nel plesso vicino casa*:


  • presenza di un altro figlio nel plesso: 128 punti
  • distanza dalla scuola inferiore ai 500 metri: più di 64 punti
  • entrambi i genitori che lavorano: 8 punti
  • un solo genitore che lavora: 4 punti
  • presenza di altro minore di 14 anni: 2 punti

E altri (giusti) criteri su genitore solo e disabilità, che comunque danno punteggi di gran lunga inferiori ai mitici 500 metri. Che, oltretutto, sono 500 metri. Probabile il presupposto che vuole che sopra i 500 metri si prenda l'auto, e quindi ci si possa spostare anche a 4 km. Peccato che poi si insegni ai bimbi a muoversi e muoversi significa anche farne molti di più di metri a piedi. Ma tant'è.
Ricapitolando: se una famiglia in cui lavora solo un genitore abita a 450 metri da scuola, vedrà soddisfatta la richiesta di tempo pieno in quel plesso. Se abita a 700 ed entrambi i genitori lavorano full time avrà 60 punti in meno, quindi molte meno possibilità. Tanto la mamma che lavora può correre un altro po' e spostarsi di qualche chilometro. Il fatto che la donna lavori, per il consiglio di istituto, vale 1/16 rispetto alla distanza da scuola.

E a parità di punteggio?
Tra due famiglie che vivono a 800 metri dalla scuola, con un solo figlio, tra la coppia che lavora full time, magari lontano, magari con uno dei due turnista di notte e la coppia con lavoro vicino e part time, chi avrà il posto più in alto in graduatoria?
Chi ha partorito prima.

Forse ancor prima dei corsi preparto, i ginecologi dovrebbero avvertirci: cercate di rimanere incinte da maggio a agosto; se non ce la fate, o aspettate l'anno dopo, o state pronte a cercare la babysitter automunita.
Oppure, fate le brave mammine italiane: rimanete a casa, pulite, cucinate, fate lavorare vostro marito. Se vi deprimete, c'è sempre la palestra. Volete mettere che vita? Vi sentirete anche vere mamme, non come quelle stronze che fanno polemica per poter accedere al tempo pieno e voler per forza lavorare.

Ps. Io rientro nei 500 metri.
Sono fortunatissima, passerò avanti ad altre famiglie in cui, come nella mia, si lavora in due e pure lontano.

*I criteri sono stabiliti dal Consiglio di Istituto. La Circolare del Miur dice:

Si rammenta, in proposito, che, pur nel rispetto dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, i criteri di precedenza deliberati dai singoli Consigli di istituto debbono rispondere a principi di ragionevolezza quali, a puro titolo di esempio, quello della viciniorietà della residenza dell’alunno alla scuola o quello costituito da particolari impegni lavorativi dei genitori. In quest’ottica, l’eventuale adozione del criterio dell’estrazione a 
sorte rappresenta, ovviamente, l’estrema “ratio”, a parità di ogni altro criterio. È, comunque, da evitare il ricorso ad eventuali test di valutazione quale metodo di selezione delle domande di iscrizione nei corsi sperimentali. 



1 commento:

  1. Parlate con i rappresentanti dei genitori nel consiglio d'istituto. Nella scuola di mio figlio (un istituto comprensivo, da materna a medie), il punteggio massimo per qualsiasi voce è di 10-15 punti. E i genitori lavorano quasi tutti entrambi. E' ormai una voce data per scontata.
    Ma ripeto i genitori nel CdI sono tanti e se vogliono possono incidere molto sulle decisioni della scuola. E devono rispondere delle loro scelte.

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