sabato 13 aprile 2013

Anestesista in telelavoro (improperi poco saggi)

I saggi maschi hanno prodotto la ricetta.
E, siccome non si può non parlare di genere, ecco la loro soluzione per l'occupazione femminile: telelavoro

Favorire telelavoro per aumentare occupazione femminile. Ricorrere al telelavoro, con vantaggi anche per le imprese in termini di riduzione dei costi fissi e dei casi di assenteismo.

Ora.
Dico.
Cioè.
(Cosa mi sono detta imprecando contro la pagina di repubblica)

Avete intenzione di rinchiuderci in casa così mentre lavoriamo vi prepariamo la cena, facciamo la lavatrice, cambiamo pannolini e pannoloni? Così non rischiamo di farci vedere in viso, non dobbiamo truccarci o prepararci, ci basta una tuta, ma che dico, un pigiama?
E perché il telelavoro solo per noi? siam le uniche a dover gestire la casa?
Siete davvero un gruppo di vecchi maschi decrepiti.
E poi ancora, 
pensate che le donne siano solo segretarie? Avete controllato le facoltà di medicina? Vi farete anestetizzare in telelavoro? Mangerete in un ristorante un piatto virtuale? Comprerete cappotti controllati via web? Vi puliranno le strade con un robot elettronico?
Non ci si può fare, non avete ancora capito niente. Ed è la cosa più gentile che possa dirvi. Voi e la vostra idea di welfare legata ad un sistema sociale che si regge sul maschio lavoratore, che torna a casa, rutteggia, dà una pacca sul culo alla moglie i primi anni, si siede a tavola e guarda i figli da lontano, come fossero esseri usciti chissà da dove, ricordandosi al massimo di comprar loro un regaletto ogni tanto.

Poi possiamo ragionare in modo pacato. Ma l'ha già fatto Barbara sul suo blog, ed anche il post di abbatto i muri è decisamente da leggere.
Non ho niente da aggiungere nel merito. Penso però sia giusto anche trasmettere quello che abbiamo sentito a pelle.
Nessuno nega che per alcune occupazioni il telelavoro possa essere una formula sensata se utilizzata in modo misto, sia per maschi che per femmine.
Ma da qui a farla passare come l'unica proposta per l'occupazione femminile ci corrono giusto quei secoli di maschilismo da cui non riusciamo ancora a liberarci.

Aggiungerei una cosa i discorsi seri: se gli otto punti di Bersani ci vedono solo come lavoratrici dipendenti da far assumere (senza capire cosa ne sarà di noi dopo lo sgravio fiscale), se i saggi ci raffigurano solo come angeli del focolare dal doppio incarico, non sarà forse il caso di parlare un po' noi di quel che siamo e di quel che vogliamo?
Non vedono che la società è cambiata.
Forse dovremmo iniziare a dirlo un po' più forte, senza aspettare che qualcuno lo faccia per noi.




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