domenica 13 maggio 2012

Scelte e colori

Crescere una figlia pone di fronte a forti scelte etiche e morali.
Ad esempio, come si scelgono i vestiti?
Non è una domanda da poco, si tratta di trovare un punto di mediazione tra spinte autonomiste (nel nostro caso fortissime) e necessità di indirizzare la piccola, sia per motivi pratici (la mattina non abbiamo 2 ore a disposizione) che salutistici (il concetto di cosa troppo leggera/troppo pesante ancora non è stato adeguatamente sviluppato) ed anche etici (imparare a rispettare scelte fatte da altri).
Ora, nonostante le idiosincrasie sull'ultimo punto, la soluzione geniale di mamma geniale è la seguente: la sera mamma sceglie due combinazioni di abiti; la figlia, a cui piace molto il gioco e che ama le sorprese, entra in camera ad occhi chiusi, li apre e decide. La maggior parte delle volte mamma sa già cosa sceglierà la figlia (e anzi, il suo gioco segreto e inconfessabile è una scommessa tacita con se stessa).
Questo stratagemma accorcia le cerimonie mattutine, impedisce vestiti scollati quando fa freddo e maglioni quando fa caldo, ma allo stesso tempo fa sentire la piccolina libera di scegliere.



Questo ultimo punto turbava molto la mamma, da sempre alle prese con spinte e segrete passioni anarchiche, che in ambito educativo hanno trovato fantastici alibi in concetti molto frekkettoni come autosvezzamento eccetera eccetra, ma che di fatto nascondo l'avversione verso quello che quel matto geniale di prof chiamava normativismo. La mamma si è quindi molto interrogata sul significato di tutto questo: demagogia? populismo? indirizzare giovani menti?

Ecco, stasera ho capito ed è stato uno shock.
Sto educando mia figlia al maggioritario.

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