lunedì 12 marzo 2012

Il welfare della cacca

Prima o poi accade. Dopo un tempo variabilissimo da situazione a situazione, i neogenitori ad un certo punto decidono che è l'ora di far fare all'erede la prima uscita seria. Quella oltre il procacciamento del cibo per la sopravvivenza, quella oltre il vicinato, quella per farlo debuttare il società, quella di lento riavvicinamento alla vita.
La passeggiata in centro.
Un centro qualsiasi, di una città qualsiasi del nostro paese.
Pianti, strilli, seggiolini, borse da preparare, ansia, gioia, trucco ecc ecc ecc.
Gli inconvenienti possono essere tanti, sempre in funzione del caratterino dell'erede, ma una cosa è certa: se l'uscita dura più di due/tre ore, il frugoletto dovrà, oltre che mangiare, essere cambiato.
Ma quando arriverà il momento del primo cambio pannolino in esterna, ecco, sarà allora che si paleserà in tutta la sua evidenza quella che prima era solo un'ipotesi, un sentito dire, un ci credo ma ancora non l'ho sperimentato sulla mia pelle: questo non è un paese per mamme*.



Se è estate i due se la caveranno in qualche modo, ma in inverno dovranno cercare un centro commerciale o simili.
Se sono un po' chicchettosi e tendenzialmente di sinistra, beh, son cazzi.
Perchè i fasciatoi non esistono. E soprattutto, non esistono nei luoghi pubblici.

*Perchè per mamme e non per genitori?
Perchè è costruito sul far stare la mamma a casa col figlio.
Adesso che il problema della cacca riguarda anche i padri moderni, forse almeno qualche biblioteca o qualche comune deciderà di spendere quei 20 euro in una mensola con due assi. Specie se il sindaco è un neopapà moderno.

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