Le coliche, lo sanno tutti, sono un incubo.
Quando ha le coliche il
microesserino piange, si dispera, soffre. Tantissimo. Il mondo sembra cadere,
niente lo/la consola.
Poi, dopo un tempo indefinibile,
una scureggina e torna il sorriso.
E’ stato grazie al ricordo di
questi momenti e al loro potere euristico che sono riuscita a finire un
dottorato con una figlia piccola continuando anche a lavorare (pardon,
collaborare).
E’ pensando alla sofferenza che
può causare una scureggina bloccata che ho affrontato le mirabolanti avventure
di mamma precaria davanti alla burocrazia, all’assenza di diritti, all’accumulo
di lavori, a Trenitalia, agli orari della materna, alle bronchiti e alla
scoperta che ci sono mamme che possono stare a casa (pagate) quando i figli si
ammalano e altre che non hanno nemmeno diritti ai congedi parentali, senza che
nessuno ne parli.
Però quell’aria in pancia è
fastidiosa, anche se la si affronta con un sorriso.
Cara Elsa (Fornero) e cara
Susanna (Camusso), vorrei parlarvi di questo, della difficile vita da mamma
precaria in un paese dal welfare (pater) familistico.
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